Idmar, nelle acque siciliane il più grande telescopio sottomarino: installate le prime componenti a 3mila e 500 metri di profondità

DU13 Deployment on deck_405A 80 chilometri al largo di Capo Passero, a 3500 metri di profondità, cresce sempre di più KM3Net, il più grande telescopio sottomarino mai realizzato. Si sono infatti concluse con successo le operazioni di ampliamento dell’infrastruttura, con l’installazione di cinque nuove stringhe di rivelatori. Salpate dall’isola di Malta a bordo della nave Miss Marilene Tide, le componenti del rivelatore sono state calate nelle acque siciliane avvolte in una struttura sferica, ancorate al fondale marino e connesse alla stazione di terra, prima di essere dispiegate nella loro configurazione finale. Le complesse operazioni per la loro messa in opera si sono svolte nel corso di una campagna marina durata una settimana. L’intervento è stato realizzato nell’ambito del progetto Idmar, cofinanziato dalla Regione Siciliana con le risorse del Po Fesr 2014-2020.

L’osservatorio sottomarino consentirà agli scienziati di identificare le sorgenti dei neutrini di alta energia provenienti da eventi catastrofici nell’universo, e di studiare le proprietà fondamentali di queste particelle, le più elusive che si conoscano perché interagiscono pochissimo con la materia e, proprio per questo, per osservarle sono necessari rivelatori di grandi dimensioni.

Nella sua configurazione finale, il telescopio KM3NeT/ARCA prevede una rete di oltre duecento stringhe di rivelazione. Ognuna è alta 700 metri e comprende 18 moduli ottici, equipaggiati con sensori di luce ultra-sensibili in grado di registrare, nel buio più profondo degli abissi del Mar Mediterraneo, i debolissimi lampi di luce generati dalle particelle prodotte dalle interazioni dei neutrini cosmici con l’acqua.

C’è soddisfazione all’Istituto nazionale di fisica nucleare di Catania. Secondo Giacomo Cuttone, ricercatore dell’Infn e direttore scientifico del progetto Idmar, “il Mediterraneo dimostra sempre più di essere una risorsa non solo come grande laboratorio di ricerca, ma anche come un ecosistema da difendere e da cui ripartire per la crescita sociale e industriale della Sicilia, dell’Italia e dell’Europa”.

“Questa campagna marina – sottolinea Cuttone – ha dimostrato la capacità di Idmar e KM3NeT di progettare, realizzare e installare a grandi profondità sistemi complessi di controllo e comunicazione dati anche grazie allo sviluppo di tecnologie innovative e alla collaborazione col sistema industriale siciliano, italiano ed europeo”.

La prima parte dell’intervento ha riguardato la posa di una nuova junction box (struttura per erogare potenza elettrica e permettere le connessioni sottomarine) di Idmar, che è stata quindi collegata, attraverso un cavo elettro-ottico lungo cento chilometri, fino al laboratorio dell’Infn, anch’esso recentemente rinnovato e ampliato, situato all’interno del porto del comune di Portopalo di Capo Passero. Nella seconda fase, cinque nuove stringhe di rivelatori di KM3NeT sono state collegate alla junction box attraverso un veicolo sottomarino pilotato dalla nave e dispiegate nella loro configurazione verticale finale. Infine è stata collegata alla nuova junction box una stringa di rivelazione installata in precedenza.

In totale, sono ora in funzione sei stringhe di rivelazione, che costituiscono il nucleo iniziale del telescopio per neutrini KM3NeT/ARCA. Le componenti installate consentono a KM3NeT di superare la sensibilità dell’apparato predecessore Antares, in presa dati dal 2008 e anche questo realizzato con un forte contributo italiano.

Idmar, un progetto da 40 milioni cofinanziato dalla Regione con i fondi europei del Programma operativo Fesr Sicilia 2014-2020, per il potenziamento delle infrastrutture di ricerca marittima nell’Isola, proseguirà nei prossimi giorni con una serie di operazioni che si svolgeranno nel Mar Mediterraneo, sempre con la collaborazione della nave di servizio offshore americana Miss Marilene Tide: sarà posizionato uno strumento per misurare la presenza di plastica in mare e verranno installati dei rilevatori acustici per ricerche di biologia marina e geofisica.

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