Il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) è, insieme ai Fondi strutturali europeilo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali, in attuazione dell’articolo 119, comma 5, della Costituzione e dell’articolo 174 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Costituisce quindi il principale strumento finanziario e programmatico nazionale per le politiche di riequilibrio dei divari territoriali. A tal fine è normativamente previsto che le risorse FSC devono essere destinate per l’80% alle aree del Mezzogiorno e il 20% a quelle del Centro-Nord.

Riguardo al loro utilizzo, la disciplina istitutiva del FSC (D. Lgs. 88/2011) indica espressamente il principio dell’aggiuntività: le risorse del Fondo non possono essere sostitutive di spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l’analogo criterio dell’addizionalità previsto per i Fondi strutturali dell’Unione Europea. Tali risorse devono quindi finanziare interventi rivolti al riequilibrio economico e sociale aggiuntivi al finanziamento ordinario, nonché a quello comunitario e al contestuale cofinanziamento nazionale.

L’intervento del Fondo è destinato al finanziamento di progetti strategici, sia di carattere infrastrutturale sia di carattere immateriale, di rilievo nazionale, interregionale e regionale, aventi natura di grandi progetti o di investimenti articolati in singoli interventi tra loro funzionalmente connessi.

Il FSC ha carattere pluriennale, in coerenza con l’articolazione temporale della programmazione dei Fondi strutturali dell’Unione Europea, garantendo l’unitarietà e la complementarietà delle procedure di attivazione delle relative risorse con quelle previste per i fondi comunitari.

L’origine del Fondo va rintracciata nel Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS), istituito con la legge n. 289/2002 (Legge finanziaria per il 2003), la cui gestione è attribuita (legge n. 122/2010) al Presidente del Consiglio dei Ministri, che si avvale del Dipartimento per le Politiche di Coesione. Con il suddetto decreto legislativo n. 88/2011, il FAS ha assunto la nuova denominazione attuale di Fondo per lo Sviluppo e la Coesione.

Il FSC è ripartito con apposite delibere del CIPESS, sottoposte al controllo preventivo della Corte dei conti.

I Piani Sviluppo e Coesione

L’articolo 44 del decreto-legge n. 34/2019 ha introdotto una semplificazione nella governance del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, introducendo il “Piano Sviluppo e Coesione” (PSC), che ha sostituito i molteplici strumenti fino ad allora esistenti per attingere alle risorse del FSC. In tal modo, si garantisce un coordinamento unitario in capo a ciascuna Amministrazione titolare dei Piani operativi, nonché una accelerazione della spesa degli interventi.

La disposizione responsabilizza maggiormente l’Amministrazione titolare del programma, in ordine all’individuazione degli interventi, alla rispettiva attuazione e all’approvazione di varianti alla presentazione degli stati di avanzamento e delle richieste di erogazione delle risorse ai beneficiari.

A seguito del confronto all’interno dell’apposita Cabina di regia tra le Amministrazioni statali e quelle regionali e delle Province Autonome di Trento e Bolzano, è previsto che l’Agenzia per la Coesione territoriale proceda alla predisposizione di un Piano Sviluppo e Coesione per ciascuna Amministrazione titolare di risorse, articolato per aree tematiche, restando il vincolo di destinazione territoriale secondo la chiave di riparto 80% aree del Mezzogiorno e 20% aree del Centro-Nord. Il Piano Sviluppo e Coesione di ciascuna Amministrazione deve essere approvato dal CIPESS, su proposta del ministro per il Sud e la Coesione territoriale.

Di seguito i 9 PSC nazionali, gestiti dai Ministeri, definiti sulla base della delibera CIPESS n. 2/2021.

Sulla base della stessa delibera CIPESS n. 2/2021 sono stati definiti 21 PSC regionali, tra cui il Piano Sviluppo e Coesione della Regione Siciliana, approvato con delibera CIPESS n. 32 del 29 aprile 2021.

>> Vai alla pagina “Piano Sviluppo e Coesione (PSC) della Regione Siciliana”

FSC 2021-2027

Accordo per la coesione – Regione Siciliana

L’Accordo per la coesione è lo strumento di programmazione operativa delle risorse nazionali per le politiche di coesione, introdotto con il Decreto Legge 124/2023 e s.m.i..

Il 27 maggio 2024 è stato stipulato, tra il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Presidente della Regione Siciliana, l’Accordo per la coesione per la Regione Siciliana, con il quale sono stati individuati gli obiettivi di sviluppo da perseguire con le risorse del FSC 2021-2027 attraverso la realizzazione di specifici interventi anche con il concorso di più fonti di finanziamento.

Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (CIPESS) nella seduta del 9 luglio 2024 ha approvato, con la delibera n. 41/2024, l’assegnazione delle risorse del FSC 2021-2027 alla Regione Siciliana, di cui all’Accordo per la coesione stipulato il 27 maggio 2024. La delibera è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (GURI) n. 256 del 31/10/2024.

DOCUMENTAZIONE 

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E240041 Delibera Cipess 41 2024 pubblicata Guri 31 10 2024Download 

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Allegato B1 240523 Accordo Coesione Sicilia AllegatiDownload 
Allegato B2 240523 Accordo Coesione Sicilia AllegatiDownload 

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PSC Sicilia 2014-2020 - Delibera CIPESS n. 32_2021Download